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UNISALENTO TRA I PROMOTORI DEL NUOVO “CENTRO NAZIONALE PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE”

Il Rettore Fabio Pollice: «La nostra ambizione è utilizzare questa opportunità per creare nel Salento una specializzazione territoriale sul tema della mobilità sostenibile, per attrarre investimenti e occupazione e contribuire a ridurre i divari economici che affliggono il nostro territorio come larga parte del Mezzogiorno»

L’Università del Salento è tra i promotori del “Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile”, nato con l’obiettivo di accompagnare la transizione green e digitale in un’ottica sostenibile, garantendo la transizione industriale del comparto e accompagnando le istituzioni locali a implementare soluzioni moderne, sostenibili e inclusive nelle città e nelle regioni del Paese. Il progetto vede il coinvolgimento di un parterre pubblico-privato che conta complessivamente cinquanta attori distribuiti su tutto il territorio nazionale, un investimento di 394 M€ per i primi tre anni (2023-2025), 696 ricercatori dedicati e 574 neoassunti: numeri che indicano la portata di un progetto che nasce con l’ambizione di essere uno strumento reale per la crescita e lo sviluppo del settore della mobilità.

Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile è infatti una risposta concreta ai bisogni di crescita di un settore chiave per l’economia che, da solo, si stima raggiungerà un valore complessivo di 220 miliari di euro nel 2030, assorbendo il 12% della forza lavoro. In questo contesto, si inseriscono le istituzioni comunitarie che spingono per il raggiungimento di una nuova mobilità sostenibile secondo le indicazioni del Green New Deal. Sempre più rilevanti sono i temi legati alla decarbonizzazione, alla decongestione stradale, alla mobilità smart, alla sicurezza dei veicoli e delle infrastrutture, all’accessibilità, all’inserimento nel mercato di nuove professionalità e competenze. Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile risponde a queste esigenze supportando e stimolando la domanda e l’offerta di ricerca, innovazione tecnologica, formazione e competenze.

Saranno cinque i vettori del progetto, ovvero le aree e gli ambiti tecnologici di maggiore interesse: mobilità aerea; veicoli stradali sostenibili; trasporto su acqua; trasporto ferroviario; veicoli leggeri e mobilità attiva. Il Centro Nazionale si occuperà di rendere il sistema della mobilità più “green” nel suo complesso e più “digitale” nella sua gestione, attraverso soluzioni leggere e sistemi di propulsione elettrica e a idrogeno; sistemi digitali di riduzione degli incidenti; soluzioni più efficaci per il traporto pubblico; un nuovo modello di mobilità accessibile e inclusiva.
Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke, ovvero con un punto centrale a Milano e 14 nodi distribuiti in modo capillare da Nord a Sud, a garanzia di quel riequilibro territoriale alla base delle iniziative indicate dal PNRR e grande obiettivo di modernizzazione del Paese.

«Il Centro Nazionale per la Mobilità risponde a una delle missioni chiave del PNRR: passare dalla ricerca all’impresa in un’ottica di filiera e di collaborazione estesa», commenta Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, ente proponente del Centro per la Mobilità Sostenibile, «Punti di forza saranno progetti ad alta maturità tecnologica con il preciso intento di dare una risposta concreta ai bisogni del Paese in una prospettiva di lungo termine che superi la scadenza del 2026. È questo il nostro impegno. È questa l’occasione per attuare riforme strutturali. Una partita che siamo disposti a giocare fino in fondo».

«L’Università del Salento, affiliata agli spokes 7 (CCAM, Connected Networks and Smart Infrastructures) e 14 (Hydrogen & New Fuels), è pronta a sostenere con tutto il proprio potenziale professionale e tecnologico il Centro Nazionale, per farne un’esperienza di successo in un settore strategico per la ricerca e lo sviluppo sostenibile del Paese», sottolinea il Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, «La nostra ambizione è quella di utilizzare questa opportunità per creare nel Salento una specializzazione territoriale sul tema della mobilità sostenibile, così da attrarre investimenti e occupazione e contribuire a ridurre i divari economici che affliggono il nostro territorio come larga parte del Mezzogiorno. Fare insomma della ricerca e della ricerca avanzata un volano di sviluppo dell’economia, un’area in cui creare sinergie collaborative tra pubblico e privato e sperimentare nuovi modelli di governance dello sviluppo a beneficio delle giovani generazioni».

Enti di ricerca promotori
Politecnico di Milano, Cnr, Politecnico di Torino, Politecnico di Bari, Università di Bergamo, Università di Parma, Università di Torino, Università di Palermo, Università di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Cagliari, Università di Roma La Sapienza, Università Federico II di Napoli, Università di Salerno, Università Napoli Parthenope, Università del Salento, Università di Padova, Università di Pisa

Enti di ricerca aderenti
Università Bicocca, Università di Brescia, Università di Cassino e del Lazio Mediorientale, Università di Firenze, Università di Genova, Università di Reggio Calabria, Università politecnica delle Marche

Fondatori

Autostrade, Eni, Ferrari, Fincantieri, Fs, Leonardo, Angel company, Pirelli, Almaviva, Iveco group, Unipol, Fnm, Poste, Snam, A2A, Intesa Sanpaolo.
Partecipanti
Brembo, Hitachi, Avio aero, Teoresi Group, Accenture, Thales, Stellantis – crf, Atos

***
I Centri Nazionali sono reti diffuse di università, enti pubblici di ricerca, altri soggetti pubblici e privati impegnati in attività di ricerca, riconosciuti come altamente qualificati che sviluppano infrastrutture, progettualità e soluzioni immediatamente fruibili per tutto il contesto sociale. Saranno in totale 5, coerenti con le priorità dell’agenda della ricerca europea e con i contenuti del PNRR 2021-27. Per ogni programma è previsto un finanziamento tra 200-400 milioni di euro. Svilupperanno la ricerca di frontiera relativa ad ambiti tecnologici intorno a queste tematiche:
1. Simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni
2. Tecnologie dell’Agricoltura (Agritech)
3. Sviluppo di farmaci con tecnologia a RNA e terapia genica
4. Mobilità sostenibile
5. Bio-diversità

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