“Altro che dichiarazioni programmatiche, piuttosto una via di mezzo tra un comizio, una ammissione di fallimenti ed una lista della spesa per noi Parlamentari di battaglie da condurre a Roma per la Puglia su argomenti come il Patto di Stabilità e la Cassa integrazione. Battaglie che certamente avremmo condotto e condurremo comunque, ma se sono ancora questioni irrisolte è anche perché Vendola in questi 8 anni come abbiamo sempre detto, andava a Roma a prendere il caffè in Transatlantico piuttosto che far sentire la sua voce e battere i pugni sul Tavolo della Conferenza Stato – Regioni”.
Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, commentando le dichiarazioni programmatiche rese oggi in Consiglio dal Presidente Vendola in seguito al rimpasto in Giunta.
“Non del futuro della Puglia si è parlato oggi, ma del passato e del presente. Vendola ha sostanzialmente ammesso che il centrosinistra in Puglia ha perso le elezioni, ma avrebbe dovuto aggiungere che le ha vinte il centrodestra anche perché gli otto anni di suo Governo sono stati un totale fallimento politico specie dal punto di vista del sostegno alle imprese e della creazione di lavoro. Vendola ha ammesso anche che la sua maggioranza da sola non era più autosufficiente e che la Giunta ’da combattimento’ serve più per combattere contro i partiti che lo sostengono che non contro la crisi. E su quello che dovrebbe fare da oggi in poi questa Giunta da combattimento, abbiamo ascoltato solo l’ennesimo tentativo di scaricare responsabilità su altri e sul passato e l’autodenuncia della paralisi del 2013 generata, come avevamo peraltro ampiamente previsto, dallo sforamento controllato del Patto di Stabilità. Sarà pur vero che era necessario per spendere i fondi comunitari, così come è condivisibile la battaglia per modificare i parametri imposti dal Patto di Stabilità, ma è altrettanto vero che se la Puglia non applica le Leggi dello Stato perché non le condivide, non per questo quelle Leggi decadono, accade solo che la Puglia viene portata verso il disastro che è sotto gli occhi di tutti. A questo proposito non si può non notare che il Presidente ha ammesso anche il caos e la desertificazione dei servizi sanitari. E c’è anche una grande novità: oggi che governa lui da 8 anni apprendiamo che le responsabilità dei disservizi in sanità non sono della politica e, quindi, non sono sue, ma sono del sistema. Ci saremmo aspettati oggi un discorso completamente diverso: impegni sull’eliminazione dei 270 milioni di euro di tasse regionali aggiuntive, su politiche reali per sostenere le imprese e creare lavoro, impegno sui tempi di pagamento dei fornitori che peraltro non hanno nulla a che vedere con i vincoli del patto di stabilità. Invece nessuna ammissione né assunzione di responsabilità, neanche per il futuro. Filosofia, narrazione, fumo negli occhi”.
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