19 Apr 2020
Ventisette anni fa moriva uno degli uomini più amati della nostra terra della seconda metà del secolo scorso. Il 20 aprile del 1993 ci lasciava Mons Antonio Bello
Il 20 aprile del 1993 ci lasciava Mons Antonio Bello, che affettuosamente e semplicemente conosciuto come don Tonino come egli si faceva chiamare anche da Vescovo. È stato l’educatore e l’evangelizzatore della sua diocesi di origine, Ugento S. Maria di Leuca, ed il pastore e il profeta durante il suo episcopato nelle Chiese di Molfetta Giovinazzo Terlizzi e Ruvo e nella sua presidenza di Pax Christi Nazionale.
La forza della sua parola, declinata sempre sulle pagine del vangelo, da quando ci ha lasciato ha mantenuto viva e palpitante la sua presenza nella Chiesa italiana di oggi, tant’è che molti oggi lo conoscono attraverso i suoi scritti e il racconto dei suoi gesti e della sua testimonianza, che è così limpida e attuale, che pur non avendolo veduto in vita, lo sentono presente e vicino quasi in modo più intenso attraverso la dinamica e l’afflato spirituale che ha suscitato e ancora suscita nell’animo di tutti. Sicché possiamo ben dire che la sua non è stata una morte, ma un dies natalis, come è ormai consueto ricordare la sua dipartita, che manca ancora del sigillo dell’ufficialità per poter dire che Don Tonino, nei giorni della sua vita terrena e del suo ministero, è stato l’uomo
delle beatitudini evangeliche, che ha vissuto, respirando e facendo espirare, la vita di Cristo. Tutta la sua esistenza è stata declinata sul modello divino, appartando ovunque l’esempio della mitezza, della franchezza, della consolazione e della profezia.
La Fondazione don Tonino Bello, costituita qualche hanno dopo la sua morte, ha cercato di contribuire a mantenere viva la sua parola e la sua testimonianza, cercando di far rivivere il suo spirito di solidarietà e di intelligenza. In diversi modi, secondo le circostanze, ha rilanciato la pratica del discernimento sugli avvenimenti rivisitati alla luce del pensiero e della spiritualità dell’insigne maestro, compiendo anche dei gesti che hanno avuto l’intento di disporsi nel percorso della sua fattiva solidarietà e carità. Perciò in questo memento particolare di grande afflizione e di lotta a causa del gravissimo morbo che sta infestando il mondo intero, la Fondazione, così come avrebbe fatto don Tonino, nel suo piccolo, mette a disposizione le risorse provenienti dai diritti di autore di alcune pubblicazione, donandole alla Parrocchia di Alessano e alla Caritas della diocesi di Ugento S. Maria
di Leuca, allo scopo di provvedere ad interventi di sostegno e di intervento nei confronti di persone e famiglie bisognose del territorio.