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Visita all’ex Deposito Tabacchi di via Birago, resoconto e dichiarazioni

Questa mattina si è svolta la visita guidata all’ex Magazzino Tabacchi Greggi in via Dalmazio Birago a Lecce. Ad accompagnare i visitatori all’interno di una delle più imponenti architetture industriali novecentesche della città, l’architetto Andrea Mantovano, consigliere Docomomo Puglia Basilicata e curatore della tappa leccese della mostra, in corso presso il Museo Castromediano, “9 X 100 = ‘900 – 9 Itinerari per 100 architetture del ‘900 in Basilicata e Puglia”, finanziata dalla Regione Puglia e già evento ufficiale Fondazione Matera 2019, Comune di Lecce – Assessorato alla Cultura e Assessorato all’Urbanistica.

Nel corso della mattinata decine di visitatori hanno avuto l’opportunità su più turni di approfondire la conoscenza dell’ex deposito. Come ha illustrato l’architetto Mantovano ai visitatori, il complesso industriale, progettato in parte da Pierluigi Nervi, “maestro dell’architettura e dell’ingegneria del ‘900” e realizzato quasi totalmente in cemento armato (e pietra leccese per le tamponature) dall’impresa Nervi e Bartoli in soli due anni, fu inaugurato nel novembre del 1931 da Vittorio Emanuele III insieme alla struttura dell’Acquedotto in Via Diaz. L’impresa Nervi, impegnata a Lecce negli stessi anni anche nella costruzione del sanatorio antitubercolare Ex Galateo, lavorò per la costruzione adottando le migliori tecnologie di cantiere disponibili per l’epoca, impiegando in tutto 300 operai e adoperando per il movimento dei materiali le gru: una “presenza” , inedita all’epoca che, ha spiegato Mantovano, in città suscitò grande clamore.

Il deposito tabacchi fu costruito a ridosso della linea ferroviaria esistente ed è attraversato binari ferroviari che costeggiano i corpi di fabbrica, muniti di banchine per agevolare le operazioni di carico-scarico delle merci. È composto da tre corpi di fabbrica e da un edificio di testata che li raccorda e assume la forma di una “E” rovesciata, o, a voler assecondare la consuetudine dell’epoca, di una “M” come omaggio al dittatore Mussolini ed è stato arricchito negli anni ’50 da ulteriori ampliamenti. Dismesso da circa vent’anni, oggi il complesso immobiliare, di proprietà privata è al centro di una interlocuzione tra la proprietà e l’amministrazione comunale finalizzata alla rigenerazione e rifunzionalizzazione.

Martedì 4 agosto, sempre con la guida dell’architetto Mantovano, si potrà visitare la mostra di architettura “9 X 100 = ‘900 – 9 Itinerari per 100 architetture del ‘900 in Basilicata e Puglia, attualmente allestita presso il Museo Castromediano in viale Gallipoli a Lecce. La partecipazione è gratuita e le visite saranno organizzate in 3 fasce orarie (h. 9.00 – 10.00 – 11.00) , ognuno composto da non più di 10 persone e con prenotazione obbligatoria sino ad esaurimento posti (Whatsapp: 3406128523). Negli orari di apertura del Museo la mostra è comunque visitabile gratuitamente.

Per approfondimenti sui contenuti della mostra:

L’architettura contemporanea ha segnato la storia della nostra città e disegnato quartieri ed edifici che sono parte dell’identità dei leccesi, al pari delle stratificazioni che abbiamo ereditato da altre epoche – dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Lecce Fabiana Cicirillo – il Comune lavora per rafforzare la consapevolezza di questo enorme patrimonio moderno nel sentire dei cittadini, per valorizzarlo, rispettarlo e restituirgli dove possibile nuova vita e nuove funzioni economiche e sociali”.

La visita di oggi, oltre ad essere una iniziativa culturale di grande rilievo, possiamo inquadrarla in un processo di riapertura alla città di un immobile e di uno spazio di significative dimensioni per il quale sussiste un interesse pubblico alla riattivazione – dichiara l’assessore alle Politiche urbanistiche Rita Miglietta –  nei giorni scorsi abbiamo incontrato nuovamente la proprietà per condividere i progetti di rigenerazione e rilancio del complesso e inquadrarli nel contesto di una città che manifesta, anche in quel quartiere, un forte bisogno di casa, di servizi, di vitalità commerciale. Le ex Manifatture e i Depositi dell’industria tabacchiera in città sono altrettante occasioni per corrispondere alle esigenze dei quartieri nei quali sorgono e rappresentano una delle più interessanti sfide urbanistiche che il futuro pone alla città”.

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