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Vittime della strada. Siamo abituati e si celebra con stanchezza la ricorrenza

Siamo abituati alle vittime degli incidenti stradali. L’altro giorno l’Istat ci ha ricordato che in Italia, nei primi sei mesi di questo anno, le persone coinvolte sono lo stesso numero di una media città (79.124) e si prevede un peggioramento entro la fine dell’anno (1).

Oggi le Nazioni Unite, per celebrare la giornata internazionale dedicata al tema, ci ricorda che 1,3 milioni sono le vittime ogni anno e gli incidenti stradali risultano essere la prima causa di morte tra i 5 e i 29 anni. (2)

Una strage. Di fronte alla quale sembra quasi subentrata una sorta di “abitudine al morto”, un prezzo da pagare per il nostro livello di civiltà. Questo è quanto pensano in molti, tranne quelli che in qualche modo ne sono direttamente coinvolti. Un po’ come la giustizia… che se non ne sei coinvolto direttamente credi che sia Giustizia con la “G” maiuscola, che funzioni e che sia uguale per tutti.

L’abitudine e la mancanza di consapevolezza, e incoscienza e strumentalizzazione, la si evince anche dallo scarso impegno che governo e amministrazioni infondono per ridurre il danno. L’ultimi provvedimento di un certo rilievo è stato il cosiddetto reato di omicidio stradale (e che ora vogliono estendere anche ai natanti), un dolcetto che non è servito a nulla, anche perché si tratta solo di un aggravio di pene già previste. Un metodo di legiferare in linea con tutti i governi che non fanno altro che aumentare le pene… aumento che ha mai una ricaduta con diminuzione dell’incidentalità. E che va di pari passo con tutte quelle amministrazioni locali che usano il codice della strada al solo fine di fare cassa: il fatto stesso che gli introiti da multe siano quantificati nei bilanci preventivi dei Comuni, la dice lunga…

L’ultimo decreto cosiddetto sicurezza del governo ne è lo specchio. Tenere in galera le ladruncole che hanno figli, ulteriori pene a chi si rivolta durante la detenzione, pene maggiori per chi per politica fa blocchi stradali (3)….. tutti reati già previsti, ma aggravati da maggiori pene. Per carità, può anche essere questa la nostra sicurezza, ma le priorità? Non è priorità più di 70mila vittime nei primi sei mesi? Forse questo non rientra nel concetto di sicurezza del governo, visto anche che siamo in linea con la strage di 1,3 milioni in atto nel resto del mondo?

Qualcosa non torna ed è un qualcosa di molto grave. Per dare risposte e ridurre i danni occorre investire contro le cause di questa strage: traffico e strutture urbane, extraurbane ed autostradali. Incentivazioni delle mobilità alternative con relative infrastrutture. Invece i provvedimenti sono solo e sempre aggravi delle multe e pene previste per incidenti che continuano ad esserci e continuano a crescere.

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