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Vivibilità città. E’ il momento di scelte contro l’irreversibilità

Se 9 italiani su 10 vorrebbero vivere in città con negozi (1), se diverse amministrazioni comunali dicono di impegnarsi contro la gentrificazione, pur se non siamo ancora alle rivolte popolari come nelle Baleari spagnole (2)… forse è il momento che per la vivibilità delle città vengano fatte scelte contro l’irreversibilità.
Dove quest’ultima si manifesta in diversi modi e, soprattutto, facendo finta di affrontarla ma con provvedimenti che peggiorano la vita dei cittadini e dei consumatori più in generale. Per questo valga solo un esempio: Venezia. Il pedaggio è servito solo a far spendere più soldi ai turisti, che non sono diminuiti.
Ogni città ha la sua peculiarità. Si pensi all’abbandono del centro storico di Firenze (e non solo) da parte dei residenti perché si è ceduto il business dell’alloggio turistico a chiunque. In nome di una libertà (con tanto di ricorsi anche giudiziali) che si è trasformata in sottomissione al business, in centri storici ormai logisticamente ed economicamente invivibili se non per chi cerca parchi giochi a tema storico e museale. Sottomissione che si estende sempre più oltre i centri storici: campanelli d’allarme affitti (e acquisti) di ogni tipo e in ogni zona delle città alle stelle, trasformazione del commercio al dettaglio con paccottiglia simile ai corridoi dei duty free degli aeroporti, anche se con tanto di firme.

Non è facile, perché tutte le amministrazioni comunali, di ogni colore politico, sembra siano più attente agli incassi che non alla vivibilità: hotel sempre e solo di lusso, studentati di lusso per finti studenti, vendite demaniali solo per il lusso.
E quando qualche amministrazione dice di impegnarsi ad un cambio di rotta (il caso Firenze sugli affitti brevi è eclatante), si intreccia sulla propria burocrazia, con provvedimenti contraddittori che valgono il giorno stesso in cui vengono emessi, dando maggiore spazio a profittatori politici ed economici (meglio se del medio e/o estremo oriente).

La fotografia che stiamo facendo potrebbe continuare all’infinito, ma ci fermiamo auspicando solo provvedimenti a livello nazionale. Se Parlamento e Governo ne avranno intenzione… chè al momento non ci sembra granché. Anzi. Per esempio: Deve essere legale che chiunque possa esercitare il mestiere di albergatore? Deve essere legale che non ci siano quote di servizi destinati a persone che non siano ricche? Se le nostre città sono ospitali solo per ricchi (alberghi e negozi) c’è poco da stupirsi se l’altro turismo è solo quello cosiddetto “mordi e fuggi”.

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