“La riabilitazione psichiatrica, dalla chiusura degli ospedali psichiatrici in poi, è affare delle cooperative.
I servizi che le Asl compravano da queste coop, non erano a retta, ma ‘a progetto’, vale a dire per un numero ‘X’ di posti ‘vuoto per pieno’.
Questa situazione è continuata anche quando altri soggetti accreditati si sono inseriti nel settore, ma sempre e solo per le coop.
Nel 2009 la Asl/Ba ha contrattualizzato per la prima volta il rapporto con le ‘Crap’, le comunità riabilitative psichiatriche, ma, mentre le coop continuavano a fatturare il vuoto per pieno, i nuovi arrivati fatturavano solo per prestazione effettivamente rese.
Nel 2010, il Dipartimento salute mentale della Asl/Ba, ha inviato a tutte le Crap un invito, con allegato modellino, a fatturare ‘i posti disponibili’.
In questo modo si sono uniformate le nuove strutture alle coop. Tutto questo fino alla nota dell’Ares, pubblicata sui giornali, con la quale la stessa denunciava un malcostume non più procrastinabile, con ben 8.000.000 di euro solo negli ultimi tre anni elargiti senza avere nulla in cambio.
Insomma ancora danni enormi per le casse malmesse della sanità pubblica pugliese, questa volta dalla psichiatria che pure è una ‘voce’ essenziale dell’assistenza sul territorio.
Per questo presenterò un’interrogazione al presidente della Giunta regionale, Nichi Vendola e all’assessore alle politiche della salute, Ettore Attolini, affinché la restituzione degli importi del “vuoto per pieno” sia condizione indispensabile per il rinnovamento del contratto di convenzione.
E che soprattutto questo passaggio avvenga in tempi quantomeno ragionevoli, dal momento che nel braccio di ferro in atto, di mezzo si trovano i pazienti che rischiano di diventare una merce di scambio. Né in alcun modo appare condivisibile la gestione politica della questione da parte della Asl che, da quanto si apprende dalla Gazzetta del Mezzogiorno, intende pagare solo le fatture per le prestazioni eseguite per il futuro, rinviando ogni decisione sul resto e quindi anche sul recupero delle somme, dal momento che alcune strutture hanno già rinunciato al ‘vuoto per pieno’ e hanno restituito i soldi”./
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